Cinquanta

Oggi faccio 50 anni.

A voler essere pignoli sono nato poco dopo mezzanotte, quindi il 16, ma la leggenda vuole che chi doveva registrare la mia nascita, al Bufalini di Cesena, non volesse “aprire” le registrazioni del 16, e quindi 15 è stato.

Chissà se è vero.

A mia madre, comunque, piace ricordarmelo col medesimo tono sorpreso ogni anno, nei giorni che portano al compleanno. Ricorda quanto quel settembre del 75 fosse caldo, le lunghe passeggiate sulla spiaggia e le nuotate a dorso, stile prediletto visto che “ero una balena, e tu stavi comodo comodo nel pancione della mamma…”

Mio padre ricorda di aver fatto scorta di sigarette e giornali prima di entrare in ospedale, aspettandosi un travaglio lunghissimo, vista l’esperienza precedente con mio fratello, per poi farsene poco visto che saltai fuori in fretta, rosa e per nulla provato dal parto, sfoggiando una testa rotondissima.

Mia nonna Gemma, quando era viva, in questi giorni ricordava con grande ilarità che quando sono nato ero “tutto pippo, ciacaniello!”.

Non ho mai capito esattamente cosa volesse dire, e come si possa dire una cosa del genere di un neonato, ma ne ho fatto da subito un punto d’orgoglio e ancora oggi quando ci penso sorrido.

C’è tutta una mitologia e una narrazione intorno ai compleanni, e immagino che ogni famiglia abbia i suoi aneddoti, il suo lessico famigliare che viene ripetuto e rinforzato ogni anno.

Per quanto mi riguarda, da quando ho cominciato a capire qualcosa (intorno ai 10 anni) ho sempre vissuto abbastanza male il compleanno, risultando spesso scontroso, intrattabile, perso in cupe elucubrazioni sul tempo che passa, sulla pochezza dei risultati raggiunti.

Invecchiando, ho cominciato a realizzare che si tratta di una forma un po' malata di narcisismo, un meccanismo di ricerca dell’attenzione che ora cerco di tenere a bada.

Da quando ho perso persone care, carissime, morte giovani, improvvisamente, senza spiegazione, cerco di ricordarmi l’urgenza di apprezzare ogni secondo su questa terra e quando insorge quella strisciante voglia di deprimersi per una roba minima come il compleanno vedo una parte di me minacciare ceffoni all’altra parte, che silenziosamente si ritira in buon ordine in attesa del prossimo giro.

Ieri alla fine:

  • ho compiuto 50 anni
  • mi sono preso il giorno di ferie aggiuntivo che il mio datore di lavoro concede ai dipendenti per il proprio compleanno
  • ho sprecato una mattina cercando di rinnovare la patente, fallendo per colpa di una dottoressa inutilmente pignola che aveva voglia di usare un po’ del potere che le capita di avere per rompere un po’ i coglioni al malcapitato che si riduce a rinnovare la patente l’ultimo giorno utile
  • ho preparato il pranzo per la Chiara, che però è arrivata tardi perché l’hanno bloccata in una riunione e l’ha trovato freddo; questo mi ha innervosito
  • ho risolto il problema del rinnovo della patente in 5 minuti in un’autoscuola poco prima di cena
  • ho pulito il bagno
  • ho mangiato una pizza con i miei genitori e mio fratello; mia madre mi ha costretto a spegnere le candeline come avessi 5 anni, applaudendo e intonando “tanti auguri a te”
  • ho scritto la prima parte di questo post
  • ho letto l’internazionale della settimana scorsa

Oggi sono tornato a lavorare, ed è stato un sospiro di sollievo. Tutta una serie di problemi da risolvere…

Il nuovo disco di Jeff Tweedy sarà bellissimo.